III
L’avvocato figurete è uguarmente
guai chi capita sotto que’ le mano,
come vede che c’è d’affonnà er dente
te l’ariduce come San Giuliano.
Tanto si è dritto, come si è gabbiano 5
daje a sborzà le lire come gnente,
t’ariggira le cose piano piano
fino a tanto che scortica er criente.
Lui principia ’na causa, co’ ’na tigna
sippuro hai torto seguita listesso 10
fino che nun t’ha fatto ’na sanguigna.
E d’ingrassare a lui mica j’abbasta,
all’urtimo pe’ spese der processo
si ciai ’na casa te la manna all’asta!
IV
Cusì succede che da difensore
te diventa er nemmico più accanito,
e lui figura sempre creditore
infino a tanto che nun t’ha pulito.
Si prima fatte conto eri un signore 5
pe’ pagà l’avvocato vai fallito,
devi a forza schiattà de crepacore
ner vedette aridotto a malpartito
E nemmanco pe’ sfogo de passione
je poi di’ ladro, boja, o farabutto… 10
de che? nu’ je poi di’ manco imbrojione!
Perchè si t’azzardassi a dije un ette
ortre che lui te s’è magnato tutto
te po’ fa mette puro le manette!
Parte III, vs. 4 San Giuliano, di santi con questo nome ce ne sono ben trentacinque, per cui è molto difficile individuare il martire a cui si riferisce Cecchetti. La notizia si trova su Antonio Bozzone (a.c. di), Dizionario ecclesiastico, 3 voll., UTET, Torino 1955. Vs. 5 gabbiano il Vaccaro (Vocabolario belliano, op. cit.) spiega il termine con “imbecille”. Vs. 8 criente trisillabo. Vs. 10 listesso probabile refuso per l’istesso. Vs. 11 sanguigna il Vaccaro (Vocabolario belliano, op. cit.) spiega con “salasso”. Parte IV, vs. 11 ette il Vaccaro (Vocabolario belliano, op. cit.) spiega: “Lat. et con riferimento alla brevità della parola. Piccola cosa, di nessun momento. Nonnulla.”.