Er medico e l’avocato (V. Cecchetti) – III e IV

III

L’avvocato figurete è uguarmente

guai chi capita sotto que’ le mano,

come vede che c’è d’affonnà er dente

te l’ariduce come San Giuliano.

 

Tanto si è dritto, come si è gabbiano                                    5

daje a sborzà le lire come gnente,

t’ariggira le cose piano piano

fino a tanto che scortica er criente.

 

Lui principia ’na causa, co’ ’na tigna

sippuro hai torto seguita listesso                                    10

fino che nun t’ha fatto ’na sanguigna.

 

E d’ingrassare a lui mica j’abbasta,

all’urtimo pe’ spese der processo

si ciai ’na casa te la manna all’asta!

 

IV

Cusì succede che da difensore

te diventa er nemmico più accanito,

e lui figura sempre creditore

infino a tanto che nun t’ha pulito.

 

Si prima fatte conto eri un signore                                    5

pe’ pagà l’avvocato vai fallito,

devi a forza schiattà de crepacore

ner vedette aridotto a malpartito

 

E nemmanco pe’ sfogo de passione

je poi di’ ladro, boja, o farabutto…                                    10

de che? nu’ je poi di’ manco imbrojione!

 

Perchè si t’azzardassi a dije un ette

ortre che lui te s’è magnato tutto

te po’ fa mette puro le manette!

Parte III, vs. 4 San Giuliano, di santi con questo nome ce ne sono ben trentacinque, per cui è molto difficile individuare il martire a cui si riferisce Cecchetti. La notizia si trova su Antonio Bozzone (a.c. di), Dizionario ecclesiastico, 3 voll., UTET, Torino 1955. Vs. 5 gabbiano il Vaccaro (Vocabolario belliano, op. cit.) spiega il termine con “imbecille”. Vs. 8 criente trisillabo. Vs. 10 listesso probabile refuso per l’istesso. Vs. 11 sanguigna il Vaccaro (Vocabolario belliano, op. cit.) spiega con “salasso”. Parte IV, vs. 11 ette il Vaccaro (Vocabolario belliano, op. cit.) spiega: “Lat. et con riferimento alla brevità della parola. Piccola cosa, di nessun momento. Nonnulla.”.

Er medico e l’avocato (V. Cecchetti) – I e II

1894-1914, idraulico, pubblicò molti lavori anche su «Rugantino» e su «Er Conte Tacchia». Pubblicò a dispense una raccolta di versi intitolata Poesie satiriche romanesche presso la Tipografia Romana nel 1904, con l’introduzione di Enrico Sernicoli (Er Boccio). Era conosciuto come un portentoso improvvisatore di versi, ma dovette sempre confrontarsi con le difficoltà economiche legate alla sua classe sociale (Possenti, op. cit. vol. I, p. 295). Inoltre Ettore Veo, in Roma popolaresca, Optima, Roma 1929, pp. 73-79 dà altre notizie del Cecchetti: fu chiamato a collaborare al «Marforio» dallo stesso Raponi, che lo pagava quindici centesimi a poesia, data la sua fama tra il popolo di Trastevere. Sappiamo inoltre che ha collaborato a «Ghetanaccio de Borgo» e a «Marchese der Grillo».

So’ due che come smicceno er merlotto

che c’è d’affonnà er dente, frater caro,

je danno giù per brio senza ripparo

che pe’ loro te dico è un terno a lotto!

 

Er medico, presempio, je da sotto                                    5

ci trova n’ammalato mijonario.

Quanto pija la penna e ’r calamaro

e le ricette voleno de botto.

 

E a forza de purganti l’ammalato

te lo fa stà quanto je pare a letto                                    10

e ’gni giorno aripete: Ha mijorato.

 

O che ce sia er male, o nun ce sia,

te consola cor solito giochetto

e poi fa a mezzo co la farmacia.

 

II

’Gni visita che fa meno che sìa

dieci lire, e ne fa più d’una al giorno,

de l’ammalato nu j’importa un corno

anzi daje a’ llongà la malattia;

 

Quanno presempio lui se ne va via                                    5

dice vado un momento, poi aritorno;

quanno aritorna – verso mezzogiorno

so n’antre dieci lire… e tira via!

 

L’ammalato all’opposto tutto ansioso

je fa: Dottore m’arzo un poco in piede?                        10

Ohibbò lei ha bisogno di riposo.

 

Cusì, si l’ammalato nun ha gnente

pe’ la pavura de morì, la crede,

e po’ esse che mori d’accidente!

Er medico e l’avocato: sta in I, 26 – 14-15 Agosto 1902. Quattro sonetti, schema: ABBA BAAB CDC EDE i primi due, ABAB BABA CDC EDE il terzo e ABAB ABAB CDC EDE il quarto. Nel titolo la forma scempia di avocato risale al Belli. Parte I, vs. 1 smicceno il Bernoni (op. cit.) dà questa definizione: “Corrisponde perfettamente a sbirciare italiano.” Vs. 3 per brio il Vaccaro (Vocabolario belliano op. cit.) spiega che è il modo per esclamare Dio! Vs. 6 ci probabile refus per si. Vs. 12 dialefe dopo male. Vs. 14 co probabile refuso per co’. Parte II, vs. 5-8 rima identica. Vs. 11 dialefe dopo lei. Vs. 14 dialefe dopo po’. Mori potrebbe trattarsi di un improvviso passaggio alla seconda persona per coinvolgere il lettore, ma non è esclusa l’ipotesi del refuso per more.