Pseudonimo di Alfredo Cerroni (1869-1940), tipografo, collaborò a «Er Tresteverino», «Meo Patacca», «Er Marchese der Grillo», alcuni diretti da lui stesso; scrisse un romanzo intitolato La figlia del papa nero (pubblicato a puntate sul «Marforio») e gli venne rappresentata una commedia intitolata Roma misteriosa al Teatro Manzoni nel 1912. Pubblicò due volumi: La cedibbilità der quinto – Lunario pe’ li strozzini (1899) e Satira e sentimento (1924), con prefazione di Ettore Veo (Possenti, op. cit. vol. II, p. 637).
Seconno quer che dice tanta gente
e che se legge puro sur giornale,
lo Zare, in Russia, ’n de la capitale,
ha ricevuto er popolo pezzente.
E lì ’na commissione, francamente, 5
j’ha esposte le lagnanze generale,
e poi c’è stato puro un manuvale
che ha brindato a lo Zar bono e sapiente.
Quer c’àbbia detto nun se sa de certo,
ma se po’ immagginà, corpo d’un cane, 10
che j’ha cantato un ritornollo scerto
che diceva accusì: Fior de limone,
viva lo Zare che pe’ fà der bene,
ha scurito la fama de Nerone!
L’operaio che brinda allo Zar: sta in IV, 285 – Sabato 4 Febbraio 1905. Sonetto, schema: ABBA ABBA CDC EDE. Vs. 11 ritornollo probabile refuso per ritornello.