Er Padr’Eterno su da un nuvolone
Ogni tanto faceva a capoccella;
E quanno vedde quella distruzione
Fece tra se: – Che strazzio, oh serenella!
Davero m’arincresce porco dina 5
D’avè commessa ’sta carnifici
«Dunque perché so’ Dio e Pad
«M’ho da pijà ’sti gusti ’ste venne
«Olà cessate furmini e e!
«Annate tutti quanti ne nferno! 10
E fece ar sole. «Ahò, sorti de fora…»
E de fatti spuntò la bella aurora!
L’acque annetteno tutte a Fiumici
Er sole cuminciò a scallà la tera,
E Noè pe’ vedè si che cos’era, 15
Dall’arto uprì de botto un finestri
E vedenno finito que’ lo strazio
Disse: Signore mio te n’aringrazio!
Doppo finita que ’la zinfunia,
Noè levò de botto er catenaccio, 20
Fece sortì le bestie e la famia:
E poi sbottó in un pianto, poveraccio.
Credeme ha To; piagneva in modo tale
Da fa commove puro er principale.
Er Padr’Eterno fece: E che te piagni? 25
E mo’ ’sta zitto quer ch’è stato è stato!
Adesso tu m’accori co’ ’sti lagni:
Embè ciò corpa io che si frescato!
Ma vedi te lo giuro come amico,
Che nu’ lo manno più questo gastico. 30
Dunque capischi mò pe’ falla corta
T’ho ariccontato un pezzo de la storia,
E’ resto te lo dico n’antra vorta,
Perché pe’ adesso nu’ ce l’hò a memoria,
Adesso caro Toto annamo via 35
E dove annamo? – Drento all’osteria.
Prosegue in I, 6 – 6-7 Giugno 1902. Vs. 2 capoccella, fare capolino (Chiappini, op. cit.). Vs. 3 distruzione forma scempia che si alterna con la forma raddoppiata. Vs. 4 serenella, il Vaccaro (Vocabolario belliano, op. cit.) spiega che trattasi di un’esclamazione simile a perbacco. Vs. 6 da qui comincia una parte in cui la carta riporta degli strappi restaurati, per cui proporrò delle integrazioni nel rispetto del senso, del metro e della rima. Carnifici era carnificina. Vs. 7 Padr’Eterno. Vs. 8 e ’ste vennette. Vs. 9 e saette, dove saette è trisillabo. Vs. 10 ne’ l’inferno. Vs. 13 Fiumicino. Vs. 16 finestrino. Vs. 23 ha probabile refuso per ah; To probabile refuso per To’. Vs. 27 accori è verbo denom. che viene dal lat. cor, cordis attraverso il provenzale acorar e vuol dire “turbare fortemente”. Lagno significa semplicemente “lagnanza” (Vaccaro, Vocabolario belliano, op. cit. Il primo si trova nei sonetti 161 e 432; il secondo nel 1073 e nel 1252). Vs. 28 dialefe tra corpa io. Vs. 30 gastico anziché castigo metatesi dialettale di sorda e sonora. Vs. 34 hò probabile confusione tra ho e ò.