Conforto (A. Bonacci)

Stava pe’ partorì, strillava tanto

E se spremeva stesa drento a’ letto;

Sant’Anna, aiuto! – urlava – Cristo santo,

Nu’ lo farò mai più… ve lo prometto!…

 

Er marito, quer boccio de Peppetto,                                    5

Je s’era messo a sede accanto, accanto,

e quanno lei faceva ’no strilletto

Lui, brutto babbaleo, sbottava un pianto.

 

Lei, stufa de sentì ’sta zinfonia

Je fece: – Perchè piagni? e lui de botto:                        10

Piagno perchè la corpa è tutta mia

 

Si mò stai drent’un letto sofferente!…

E lei: – Ma statte zitto co’ ’sto fiotto,

Quanto sei scemo… tu nun c’entri gnente…

Conforto…: sta in I, 53 – 16 Novembre 1902. Sonetto, schema: ABAB BABA CDC EDE. Vs. 6 tra i due accanto forse la virgola è un refuso. Vs. 8 babbaleo secondo Gennaro Vaccaro, Vocabolario Romanesco Trilussiano e Italiano-Romanesco (etimologico-lessicale-grammaticale-fraseologico-dei proverbi e modi proverbiali-dei sinonimi e degli opposti), Romana libri alfabeto, Roma 1971, pp. 402: “Sciocco. Stupido. Imbecille.” Risulta dalla fusione di babbeo e mammaleo. Lo si ritrova in La scappatella del leone (nella raccolta La gente) e in La Verginella con la coda nera (in Acqua e Vino) di Trilussa. Vs. 13 fiotto secondo Vaccaro (Vocabolario Belliano, op. cit.): “Piagnucolio”. Viene dal lat. fluctus, -us.

Pubblicato da

Valerio Cruciani

Valerio Cruciani lavora come docente di scuola secondaria e tutor di laboratori di scrittura creativa. Pratica l'otium in qualità di romanziere, sceneggiatore e poeta in italiano e in spagnolo.

9 pensieri su “Conforto (A. Bonacci)”

  1. Complimenti, hai fatto un bel lavoro! 🙂 Sul contenuto di alcuni tuoi commenti non concordo, ma ciò non toglie che il risultato generale ce hai ottenuto è ottimo. C’è una questione su cui mi piacerebbe avere un chiarimento. Il Rugantino attribuisce questo sonetto a Giaquinto e non a Bonacci. Io sono dell’idea di dare credito a te, se hai controllato la fonte de visu: puoi darmene cortesemente conferma? Grazie 🙂

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    1. Ciao, grazie davvero per il tuo interesse. Sì, sicuramente alcuni dettagli dei miei commenti andrebbero rivisti, dopo la laurea feci una revisione ma purtroppo non ho qui con me (in Spagna) le correzioni, quindi ci sono sicuramente degli errori. Mi dispiace. Non sapevo ci fosse un dubbio sull’attribuzione del sonetto. Io lo trovai nel “Marforio” firmato da Bonacci, che curiosamente sposò la figlia di Giaquinto. Un errore del “Rugantino”? Un caso di lite familiare e furto tra poeti? Un errore della redazione del “Marforio”? Purtroppo non ho modo di controllare. Quindi darei per buono il Bonacci. Se scopri qualcosa, non esitare a lasciarmi un altro commento! Ciao 🙂

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      1. La tua risposta mi conferma che l’errore è sicuramente del Rugantino (mi riferisco all’ attuale edizione online), dato che tu hai letto il fascicolo originale del 1902. Se non sbaglio Giaquinto era il direttore del Marforio e questa circostanza potrebbe giustificare l’errore del Rugantino. In ogni caso, … indagherò! 🙂 Ciao 🙂

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